Lo sgomento davanti al foglio bianco (analogico o digitale) è sempre un elemento di blocco importante a cui, nel mio caso si aggiunge il riserbo e un po’ di sindrome dell’impostore che mi fa dubitare dell’utilità di scrivere i miei pensieri e le mie parole in un lungo pubblico a cui può avere accesso chiunque perché in fondo, come diceva Guzzanti: “ma io e te… che c#**o se dovemo dì?”
Eppure altrove scrivo e pubblico cose per cui in fondo non dovrebbe esser diverso anzi, questa è casa mia… Proprio per quello forse c’è un po’ più di pudore, una certa vergona. In fondo è normale scrivere sui social, stanno lì per quello, ma aprire un blog (nel 2024 per giunta) è quanto meno furo moda e probabilmente un po’ da narcisista.
Forse, o forse più semplicemente ho pensato, dopo tante riflessioni che quando scrivo sui social lo faccio per altri: non che il buon vecchio Zuck abbia bisogno dei miei post per quadrare i conti di casa… intendo che lo faccio a casa sua e mai dovesse decidere di chiudere baracca e burattini o se dovesse cambiare le regole, quelle quattro c#**te che ho scritto potrebbero sparire.
Allora ho pensato di raccogliere prima nel mio Obsidian e poi, perché no, di pubblicarle qui. In questo modo chi avesse la passione di leggerle può trovarle tutte assime e farsi un idea di che cosa non va nella mia testa… pardon volevo dire di che quello che penso e di cui ragiono (a volte).
Da qui partiamo e da qui trono a riprendere un po’ di vecchi posto per creare la base minimiamo di questo oggetto.
Vediamo come va.