📚C’è una storia di Francesco Guccini che adoro. In un bar, un Maestro del Gioco ha la tendenza di correggere tutti, dispensare consigli e sentenziare su ogni mossa, rovinando il piacere della partita. Così, per liberarsene, i giocatori decidono di inventare un gioco nuovo: il “farfa sgalbedrato”. Le regole? Non esistono. È pura invenzione.
🃏Ma, immancabile, il Maestro, dopo un attimo dí iniziale smarrimento, inizia comunque a distribuire pareri e strategie, convinto di averne capito il senso. Del resto, che problema c’è a essere esperti anche di cose inesistenti?
🤔Ora, ditemi se questa scena non vi ricorda qualcosa del mondo del lavoro. Avete mai visto progetti o richieste così illogici che sembrano creati solo per confondere le idee? E poi arriva il “Maestro del Farfa Sgalbedrato”, quello che sa tutto (anche se non c’è nulla da sapere), e vi spiega come fare, cosa fare, perché lo state facendo male.
🤨Il paradosso è che chi chiede chiarimenti viene guardato con sospetto: “Ma come, non hai capito? È ovvio!” (Spoiler: non è ovvio). E così il farfa sgalbedrato continua a vivere, tra chi finge di giocare e chi finge di capirne le regole.
Eppure, questa dinamica crea un cortocircuito interessante. Da un lato, chi pone domande viene percepito come quello “difficile”, quasi fuori luogo, nonostante cerchi solo di capire meglio (o di trovare un senso). Dall’altro, chi finge di comprendere spesso finisce per stabilire una sorta di autorità tacita, basata sul nulla.
Forse è un problema di come affrontiamo la complessità. Invece di riconoscerla e gestirla, ci accontentiamo di semplificazioni acritiche o, peggio, di banalizzazioni. Ed è un peccato, perché proprio in questa complessità potrebbero nascondersi le risposte più utili.
Il punto è: come possiamo affrontare la complessità con onestà, senza cadere nella trappola di chi finge di “avere tutto sotto controllo”? Non ho soluzioni, ma forse dovremmo iniziare accettando che la vera comprensione passa sempre attraverso il coraggio di fare domande. Certo, fare domande può sembrare fastidioso ed è molto faticoso. Ma è anche l’unico modo per evitare di ritrovarsi a giocare partite surreali senza regole.
E voi, nel vostro lavoro, avete mai giocato al Farfa Sgalbedrato?
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