A inizio giugno avevo scritto che mi sarei preso una pausa.
Una pausa vera, non di quelle riempite da mille altri impegni (spoiler: ci sono riuscito solo in parte). Avevo bisogno di silenzio, di spazio per mettere in fila i pensieri, per capire dove stavo andando e perché.
Oggi torno qui per raccontare che quel tempo mi è servito.

Dopo tre anni e mezzo, a fine luglio, ho concluso la mia esperienza in Dynamo Camp e, dal 1° ottobre, ho iniziato una nuova avventura come CRM Manager in Fondazione Paideia.

Mi sono anche concesso il lusso raro di prendermi un po’ di tempo per studiare, approfondire, portare avanti alcuni progetti personali e — semplicemente — respirare.
Non è facile prendersi cura di sé quando si lavora e, per molti versi lo è anche di meno se si lavora nel Terzo Settore.
Lo scrivo con grande rispetto per tutte le persone che ogni giorno mettono energia, tempo e passione in ciò che fanno: spesso si confonde la dedizione con l’inesauribilità. Ma nessuno è inesauribile.
E imparare a fermarsi, a rimettere in equilibrio ciò che si dà e ciò che si riceve, è, almeno per me, una delle parti più difficili di questo mestiere: a volte, siccome la meta è nobile giusta, diamo per scontato di poter semplicemente continuare a camminare.

Mi sono fermato, un paio di mesi e ho trovato tante cose, idee, progetti e tantissime domande: riparto da qui, con qualche certezza in meno ma con molta più consapevolezza.
E con la gratitudine di chi ha potuto scegliere di prendersi del tempo, per quando poco, davvero prezioso.

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