Ogni giorno vediamo quanto la Rete si sia trasformata da un modello libero e disintermediato a un servizio privato.

Non è solo la scelta di Meta sui limiti ai contenuti politici (come ci ricorda qualcuno: “tutto è politica”) ma anche le conseguenze mondiali di singoli eventi (pensiamo al “disastro di Cloudflare di settimana scorsa o quello di AWS di poco tempo prima).

Esistono alternative? Si certo ma non sono al momento realmente funzionali. Possiamo decidere di spostare il nostro agire, la nostra comunicazione è i nostri investimenti su altre piattaforme ma temo che sarebbe come scegliere di suonare in Campo dei Fiori il primo maggio: il pubblico, almeno per ora, resta in piazza San Giovanni.

Possiamo provare a ragionare con le big tech o imporre regole a livello europeo o di singola nazione, ma un privato che agisce (giustamente) per lucro può rifiutarsi di erogare il servizio anziché adeguarsi alle regole (vedi il tema delle raccolte fondi su Meta).

Questo è il limite che troviamo quando il privato si sostituisce al pubblico o il profit al non profit… (per chi non lo sapesse, buona parte delle infrastrutture originali di internet era e in parte sono nate da iniziative non profit e da volontariato).

Questo è uno tema davvero complesso e troppo spesso dimenticato perché, nel nostro quotidiano, Internet ci sembra “neutra”: un commodity gratuita (o quasi), sempre disponibile e libera.

La realtà è, purtroppo, molto diversa e ogni tanto ne intravediamo gli effetti.

Rilancio di: https://www.linkedin.com/posts/assif-associazione-italiana-fundraiser_ban-di-meta-sul-sociale-quale-impatto-per-activity-7399718493685944320-UKFK

Original Linkedin Post: https://www.linkedin.com/posts/almagio_ban-di-meta-sul-sociale-quale-impatto-per-activity-7399725306174947328-tCMM