Venerdì scorso, ai TechSoup Days, ho avuto il piacere di partecipare a una sessione con Fabio Fraticelli e Francesco Liuzzi.

Dopo averci fatto compilare un questionario, sfruttando il mirroring di una persona sconosciuta, Fabio ha mostrato come utilizzare ChatGPT per analizzare i risultati raccolti in un documento, un esempio pratico e stimolante di applicazione dell’intelligenza artificiale (AI).

Da quella dimostrazione è emersa una questione che mi sta particolarmente a cuore: la differenza tra il modo di pensare umano e quello artificiale. Spesso, ci troviamo a chiedere risposte all’AI senza riflettere su come formulare correttamente le domande, rischiando di ottenere risposte non contestualizzate o, peggio, rinforzando i nostri stessi bias.

Un punto centrale è stato sollevato: il questionario analizzato riguardava operatori del terzo settore, un dettaglio che mancava nella richiesta iniziale di Fabio. Mancava anche una specifica su quale metodologia adottare per l’analisi. Questo ha portato a un risultato differente da quello che un’analisi ben calibrata avrebbe potuto offrire.

Chiaramente l’obiettivo della sessione non era quello di insegnare a fare prompting ma quello di stimolare a osservare efficacia e efficienza dei processi umani e artificiali per chiederci quando utilizzare l’intelligenza umana o quella artificiale.

👉 La vera domanda per me non è se o quando usiamo l’intelligenza artificiale, ma come la usiamo.

Quello che ho osservato è che troppo spesso gli strumenti di AI rispondono “assecondando” le nostre domande, creando un effetto camera d’eco. Per ottenere risposte critiche e utili, dobbiamo imparare a porre domande precise, contestualizzate e ben strutturate. Questo è il vero valore del “prompt design”.

Per il terzo settore, dove la diffusione della cultura digitale e dell’AI è ancora limitata, questa sfida è ancora più rilevante. C’è un enorme potenziale da esplorare, ma anche il rischio che questi strumenti vengano sottovalutati o usati in modo inefficace.

🧩 La mia domanda per voi: come possiamo diffondere questa conoscenza nel terzo settore?

Personalmente, cerco di contribuire con divulgazione e formazione, ma credo che ci sia bisogno di una rete più ampia di voci. TechSoup Italia sta facendo un lavoro eccellente, ma quali altre iniziative potremmo promuovere per accelerare questa transizione culturale?

💡 Scrivetemi le vostre idee nei commenti. Facciamo crescere insieme questa conversazione, perché il futuro dell’AI è collaborativo e umano.