L’intelligenza artificiale è ormai parte integrante di molte delle attività che svolgiamo quotidianamente, anche nel Terzo Settore. Che si tratti di analizzare i dati dei donatori, ottimizzare campagne di comunicazione o personalizzare l’esperienza di chi sostiene le nostre cause, l’IA offre opportunità straordinarie. Ma, come ogni grande potere, richiede responsabilità (cit.).
Guardando ad esperienze simili, come la “Carta dei Principi” dell’Ordine di Milano, mi chiedo: perché non sviluppare una Carta dei Principi sull’uso dell’IA nel nostro settore? Uno strumento etico e pratico che possa guidare le organizzazioni nella gestione e nell’adozione di queste tecnologie, garantendo il rispetto dei valori del Terzo Settore.
Ecco alcuni punti chiave che una tale Carta potrebbe includere:
• Trasparenza: dichiarare chiaramente come e perché utilizziamo l’IA nelle nostre attività, sia verso i donatori che verso i beneficiari.
• Equità e inclusività: garantire che gli algoritmi non perpetuino discriminazioni o bias, ma promuovano uguaglianza e diversità.
• Privacy e protezione dei dati: rispettare e superare le normative come il GDPR, ponendo al centro la tutela dei diritti dei nostri sostenitori.
• Impatto umano: assicurare che le decisioni critiche rimangano in capo alle persone e che l’IA sia un supporto, non un sostituto, del giudizio umano.
• Sostenibilità: considerare l’impatto ambientale delle tecnologie che adottiamo e lavorare per ridurre la nostra impronta ecologica.
Un’iniziativa del genere potrebbe essere un importante passo avanti per il fundraising. Potrebbe anche rappresentare un progetto pilota per il Comitato Scientifico di ASSIF Associazione Italiana Fundraiser che potrebbe farsi promotore della stesura e diffusione di un documento di riferimento, valido non solo per i fundraiser, ma come punto di riferimento per l’intero ecosistema del Terzo Settore.
Nel nostro lavoro, la fiducia è un valore fondamentale. Adottare una Carta dei Principi sull’IA significherebbe non solo dimostrare il nostro impegno verso l’etica, ma anche offrire un modello di innovazione responsabile per tutte le organizzazioni che vogliono abbracciare il futuro senza perdere di vista i propri valori.
Che ne pensate? È il momento di guidare il cambiamento e di fare da esempio?
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